Prodotti da forno: la cottura

Prodotti da forno: la cottura

Prima di iniziare qualsiasi preparazione, leggere attentamente le informazioni contenute nel link Legenda.

Ultima fase ma non per importanza

Dopo aver eseguito le operazioni precedenti, eccoci alla fase finale dei nostri prodotti da forno: la cottura.

Come anticipato, esistono varie tipologie di cottura; riferendoci a quando già puntualizzato nelle fasi precedenti, andiamo a effettuare la cottura delle nostre preparazioni.

Quindi, dopo aver posizionato le forme ottenute all’interno di una teglia, inforniamo in forno caldo statico a 190/200 gradi, fino a doratura.

Per mantenere un ambiente di cottura, che presenti la giusta umidità, lasceremo all’interno del forno, nella parte bassa, la coppetta con l’acqua che abbiamo utilizzato per le lievitazioni.

Il vapore che verrà sprigionato, conferirà maggiore morbidezza alla nostra preparazione e impedirà alle alte temperature di seccarne l’esterno; infatti, “secco” e “croccante”, sono due risultati ben diversi.

I tempi di cottura non sono standardizzabili, perché ogni forno possiede un’intensità di calore diversa; quindi, come per tutte le preparazioni, sarà nostra cura seguire passo passo la cottura e sfornare quando la riterremo ultimata.

Questo, nel caso si utilizzi un forno normale da cucina; nel caso di cotture ad alta temperatura, ovvero, 380/400 gradi, utilizzando un forno a legna o un fornetto per pizze, vale la stessa regola, con la differenza che l’attenzione dovrà essere maggiore, perché la cottura avverrà in pochissimi minuti.

Non ultimo è il gusto personale a influire sui tempi di cottura, a seconda che la consistenza possa essere gradita più morbida o più croccante.

Per ottenere una maggiore croccantezza della crosta è possibile spennellare leggermente l’esterno delle forme con dell’olio; questo, poco prima di informare o a metà cottura a seconda del risultato che si vuole ottenere.

In ogni caso, cercare sempre di controllare la cottura, aprendo il forno il meno possibile, per evitare sbalzi frequenti di temperatura, che potrebbero compromettere la buona riuscita della preparazione.

Una volta completata la cottura, sfornare la nostra preparazione e procedere con l’assaggio e l’eventuale presentazione delle pietanze.

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La scoperta del fuoco

Quella del fuoco, non fu una scoperta improvvisa ma molto lenta.

Si racconta che circa 20 milioni di anni fa, il clima nell’Africa orientale cambiò, diventando più arido: le foreste si ritirarono e lasciarono il posto agli spazi della savana.

Grazie agli incendi provocati dai fulmini, i nostri antenati fecero una scoperta: il fuoco era pericoloso, ma aveva anche dei vantaggi.

Avvicinandosi alle zone appena bruciate da un incendio, gli ominidi si accorsero infatti che i vegetali e la carne abbrustoliti dalle fiamme erano più facili da masticare e molto più buoni.

La cottura lasciava però a desiderare: c’erano parti di cibo troppo bruciate per essere mangiate, mentre altre restavano crude.

Finché qualcuno provò a spostarle dove erano rimaste delle braci accese e il problema fu risolto

All’inizio si cercò di conservare i tizzoni raccolti; in seguito si sfruttarono metodi sempre più elaborati per accenderlo.

Il controllo del fuoco poi, fece fare all’Homo erectus un gigantesco passo avanti; scaldava nei periodi più freddi e teneva lontani i predatori.

Anche gli antichi si chiedevano come e quando l’uomo fosse entrato in possesso del fuoco.

Nella mitologia greca, per esempio, fu il titano Prometeo, che all’alba dei tempi, rubò agli dei il segreto del fuoco per donarlo agli uomini.

Per questo, Zeus lo punì incatenandolo a una montagna.

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