La manipolazione sociale

La manipolazione sociale

A cura di Pasquale Kovacic.

Le rane bollite

Due uomini mettono sopra a un fuoco di legna, un grosso pentolone pieno d’acqua.

Subito dopo i due uomini riversano alcune rane nell’acqua e vanno via.

Di primo acchito, ciò che pare subito strano, è il fatto che i due uomini se ne vadano, senza curarsi del fatto che le rane, con un balzo, possano uscire dal pentolone e scappare via.

Ci avviciniamo al pentolone e osservando il comportamento delle rane, notiamo con sorpresa, che in realtà sguazzano felici nell’acqua.

La nostra sorpresa, è dovuta al fatto, che non consideriamo, che l’ambiente naturale delle rane è proprio l’acqua e che, nel loro caso, sono del tutto ignare di essere all’interno di un pentolone, che si trova sopra un fuoco.

Passa qualche minuto, l’acqua diventata tiepida e le rane si godono appieno, quella bella sensazione di nuotare in quell’acqua con quella temperatura così piacevole.

Poi, l’acqua si scalda sempre di più, ma le rane, immerse nella totale piacevolezza, ormai acquisita come “status” del loro essere di quel momento, non ci fanno caso.

A un certo punto, l’acqua inizia a essere davvero molto calda, le rane lo notano, ma non possono capire cosa stia succedendo; l’unica azione che compiono, è di spostarsi verso i bordi del pentolone, perchè rispetto al centro, la sensazione di calore è leggermente minore.

Ora l’acqua è divenuta insopportabile, è quasi in ebollizione, e le rane, tramortite da tutto quel calore, non hanno più la forza di saltare fuori dal pentolone e si ritroveranno, dopo poco tempo bollite.

Non è certo bello ciò che abbiamo visto, eppure, si tratta di un meccanismo, al quale assistiamo molto spesso durante la nostra vita; infatti per quanto possa essere spiacevole realizzarlo, quelle rane siamo proprio noi.

Se chi ci governa vuole portare le tasse dal 15% al 25%, non lo farà di colpo, perché ciò, farebbe insorgere il popolo.

Si inizia dal 16%, per poi passare al 17%, poi al 18% e così via, scaldando l’acqua gradualmente, così che nessuno, senta subito la sensazione di bollire.

E così operano nello stesso modo quando vogliono aumentare l’età pensionabile, e per tutte quelle condizioni svantaggiose, che ritengono necessario imporre al popolo.

Facendo così nessuno si accorge di niente, e alla fine, arrivano a ottenere ciò che avevano programmato.

Nello stesso modo, operano tutti i governi di tutti gli Stati del Mondo, per ogni questione; è il modo per arrivare ad applicare come regola o legge, tutto ciò che vogliono, evitando che il popolo insorga contro di loro.

Per averne la conferma, basta fare un raffronto alla condizione che si presentava 30 o 40 anni fa, sia politica, che economica, e potremo assistere a delle differenze abissali, che riscontreremo, rispetto alla condizione attuale.

Fino ad arrivare alla promessa dell’Europa Unita, che quasi dopo 20 anni dalla sua nascita, vede i popoli privati della loro sovranità, una crisi economica che non finirà mai, e la povertà sempre in aumento.

Sempre così, piano piano, uno scatto alla volta, nel tempo, negli anni, così tutto si compie e tutti subiscono passivamente.

Certo si potrebbe pensare, come d’altronde i governanti stessi affermano, che si tratta di misure applicate man mano che si rendeva necessario, ma questo è solo un grande inganno, e lo dimostra il fatto che, se fosse davvero così, l’andamento sarebbe dovuto essere quantomeno altalenante nel tempo, mentre invece si rivela costantemente peggiorativo. Quindi, abbiamo davanti due scenari:

1 – Esiste un piano ben preciso, al quale si vuole arrivare, che viene messo in pratica col sistema delle rane bollite.

2 – Chi governa, non è mai stato in grado di farlo correttamente e in una maniera rivolta al vero benessere del popolo.

In entrambi i casi, è solo una la cosa che si può notare: la condizione di benessere del popolo è sempre andata peggiorando, e continuando così, l’andamento non potrà che essere sempre lo stesso, anche perché i due scenari descritti, sono in relazione, ovvero esistenti e praticati entrambi.

La demagogia

Definizione di “demagogia”:

“Degenerazione della democrazia, per la quale il normale dibattito politico è costituito da una propaganda esclusivamente lusingatrice delle aspirazioni economiche e sociali delle masse, allo scopo di mantenere o conquistare il potere.”

Quindi, lo scopo è quello di continuare a far credere alla gente, che il benessere è legato al denaro, e che solo tramite questo, si potranno ottenere, non solo i beni necessari alla vita, ma anche tutta una serie di beni superflui.

Il fatto è che la politica, non ha le competenze per potersi occupare del benessere del popolo e quindi nemmeno le intenzioni di farlo.

Le necessità primarie della gente, riparo, cibo, acqua, aria, calore, Amore, vestiti e poter socializzare in totale pace, sono necessità “umane”, non “politiche” e non potranno mai essere soddisfatte con della banale e infruttuosa “demagogia”, elemento fondante di qualsiasi tipo di politica.

In pratica, nonostante il sistema monetaristico, sia palesemente fallimentare, si vuole convincere la gente che, pensando ognuno ai propri interessi, e combattendo spietatamente l’uno contro l’altro, con tutte le varie competizioni previste, tra cui quella del lavoro, un giorno si creerà una società bilanciata e benestante.

Ma se questo fosse vero, sarebbe già successo, e non vedremo gente con i cessi d’oro e altra gente che muore di fame; quindi tutto ciò crea solo stratificazione sociale e non è certo sinonimo di benessere.

Se ci facciamo caso, i primi a dare l’esempio, nei loro teatrini mediatici, sono proprio i politici, che costantemente in competizione si accusano l’un l’altro di fare della “demagogia”, mentre in effetti, non fanno altro che farla tutti in egual modo, perché è insita nel sistema politico.

Risultato: tante parole sprecate; tanto tempo perso; soldi alle banche; il benessere che non arriva; loro che mantengono il potere.

La classificazione

Il vortice incessante che scandisce i nostri ritmi di vita, è qualcosa di puramente voluto, per impedirci di fermarci a riflettere.

Se siamo presi costantemente a pensare ai nostri problemi, e a come risolverli, difficilmente saremo portati a riflettere su chi e cosa li causa. 

L’espediente funziona, e nessuno si accorge di niente, o meglio, qualcuno che si occupa di riflettere, di verificare, di andare a fondo alle questioni, di sollevare dei dubbi e di diffondere certe verità in maniera logica e documentata c’è, ma siccome stiamo parlando di una minoranza, non sono necessari grossi interventi, è sufficiente attuare il meccanismo che sta alla base di tutta la manipolazione sociale: la “classificazione”.

Questa, crea “divisione” e il risultato finale della “classificazione” è il conflitto.

Classificazione → Divisione → Conflitto

Il “disadattato”, è stato classificato come tale, per indicare una persona che non ritiene sia giusto rispettare le regole della società.

L’”anarchico” è stato classificato come tale, per indicare colui che non riconosce il potere di nessuna istituzione.

Il “conservatore” è stato classificato come tale, per indicare colui che è d’accordo che la società vada bene così com’è e non ci sia nulla da cambiare.

Si tratta di comportamenti e atteggiamenti, che potrebbero essere vissuti in maniera privata dai singoli individui, senza recare danno o fastidio a chi che sia, invece vengono portati alla luce, classificati e dati in pasto a chi la pensa e vive diversamente.

E lo stesso vale per juventini, milanisti, interisti, onnivori, vegetariani, vegani, poppettari, metallari e chi più ne ha più ne metta, perché riguardando tutti gli aspetti della vita delle persone, la lista sarebbe infinita.

Risultato: persone con lo stesso DNA e con gli stessi bisogni umani insoddisfatti, rivolti l’uno contro l’altro, sia per questioni futili, che importanti.

Divisione → Conflitto

Quindi coloro che si occupano di riflettere, di verificare, di andare a fondo alle questioni, di sollevare dei dubbi e di diffondere certe verità in maniera logica e documentata, per evitare che la gente possa darli retta e provare a riflettere, sono stati classificati come “complottisti”, con tutto ciò che ne consegue, generando anche altri meccanismi più sottili, contenuti all’interno di quello base.

Il complottismo

Da molti anni ormai, si sente parlare di “complottismo” o di “teorie del complotto”, di “cospirazionisti” o di “teorie della cospirazione”; ma siamo sicuri di sapere cosa si intende con queste definizioni?

Si tratta di concetti abbastanza moderni, che hanno trovato la loro maggiore diffusione, soprattutto con l’avvento di internet, che ha offerto la possibilità a chiunque di accedere a una diversa tipologia di informazioni.

Infatti, a causa del libero scorrimento di notizie, che prima non erano accessibili a tutti, in quanto le uniche fonti di informazione erano i media ufficiali e le testate giornalistiche classiche, hanno iniziato a diffondersi delle possibilità alternative di conoscenza.

Per “complottisti” o “cospirazionisti”, si intende classificare quelle persone, che sostengono che esista un piano ben preciso, da parte di chi detiene il potere, il cui fine ultimo è controllare il Mondo e tutti coloro che lo abitano.

Questa però, non è altro che una definizione generica, la realtà dei fatti, vede contrapporre le spiegazioni fornite dalle versioni ufficiali, emanate da organi governativi, ad altre versioni alternative proposte da ricercatori e studiosi di varie materie, riguardanti fatti importanti avvenuti nella storia antica, moderna e contemporanea.

Si va dalle più conosciute guerre, ad attentati, come per esempio l’11 Settembre, ad argomenti come gli sbarchi sulla Luna delle missioni Apollo, le scie chimiche, gli Ufo, le Religioni, il sistema bancario, fino ad arrivare a fatti recenti, come il crollo del ponte Morandi a Genova e molto altro; tutti avvenimenti i cui dettagli, non possono essere ridotti a una semplice diatriba.

Quindi, lasciando perdere la generalità della definizione di “complottismo”, atta a fare da “specchio”, verso tutte le versioni alternative, è il caso di analizzare i fatti uno a uno, situazione per situazione, cercando di capire dove sia la verità, perché così facendo, sono già state molteplici le volte in cui le versioni ufficiali, si sono rivelate incongruenti e piene di contraddizioni.

Coloro che vengono classificati come “complottisti”, e che diffondono le versioni alternative, non sono degli sprovveduti, ma appunto ricercatori e studiosi; a volte a sostenere tali versioni sono addirittura scienziati, medici, giornalisti ed esperti accreditati di vari settori. 

Non è possibile pensare che questi, possano essere d’un tratto impazziti e abbiano iniziato a farneticare, come si vorrebbe far credere; se si analizzano i casi in maniera individuale e approfondita, i fondamenti per sostenere versioni alternative contrapponendole a quelle ufficiali, esistono e sono molto ben documentati.

E’ proprio questo il nocciolo della questione: le versioni alternative, non vengono semplicemente “ipotizzate”, ma ben documentate, spesso anche in maniera incontrastabile; e questo è un fatto concreto, che ai fini di una valutazione obiettiva e oggettiva, non può essere ignorato. 

Ma gli organi governativi, che emanano le versioni ufficiali, non si prendono mai la “briga” di rispondere direttamente ai sostenitori delle versioni alternative; per fare ciò è stata creata la figura del “debunker”, che in realtà fa molto di più che fornire delle risposte.

Il termine “debunker”, significa “smontatore”, e coloro ai quali viene affidato questo vero e proprio lavoro, hanno, appunto, il compito di smontare i contenuti delle versioni alternative, attraverso libri, conferenze e utilizzando tutti i mezzi di comunicazione disponibili; mezzi, che a coloro che vengono classificati come “complottisti”, non è dato di accedere, infatti le loro versioni, vengono diffuse quasi esclusivamente attraverso la rete.

Ma a questo punto, sorgono almeno tre domande:

1 – Se le versioni ufficiali fossero impeccabili, e quelle alternative così assurde, da essere solo elucubrazioni mentali di qualcuno che diffonde “ipotesi personali”, che necessità ci sarebbe di combatterle in maniera accanita, arrivando a pagare qualcuno per smontarle?

2 – Come mai non viene dato spazio alle versioni alternative nei media ufficiali, se non attraverso monologhi di debunking, quindi senza interlocutori, che potrebbero avanzare e spiegare dettagliatamente i loro dubbi?

3 – Quali interessi verrebbero coinvolti, se le versioni alternative venissero riconosciute come affidabili e veritiere dall’opinione pubblica?

Ragionando sulle risposte da fornire a queste domande, è necessario constatare, come il flusso del denaro non sia diretto verso coloro che sostengono le versioni alternative, che solitamente auto finanziano le loro attività, bensì verso chi difende le versioni ufficiali, compresi gli organi governativi stessi.

A questo punto, non si può fare a meno di notare come questo meccanismo:

Classificazione → Divisione → Dispersione

che altro non è che una variante di quello base, o una semplice fase intermedia, frammenti l’opinione pubblica, tra coloro che sostengono le varie versioni, anche su molteplici livelli, che sono appunto i livelli di conoscenza della gente, che senza approfondire le questioni, si affida ciecamente agli uni o agli altri.

Un altro meccanismo da considerare, e a cui fare molta attenzione, è quello all’interno del quale, vengono diffuse da personaggi improbabili, teorie che sono davvero assurde e senza fondamento, con l’intento di “mescolarle” a tutte quelle che vengono definite “teorie del complotto” e che hanno invece radicati fondamenti, con il risultato che tutto venga considerato un’unica mistificazione, confondendo l’opinione pubblica e direzionandola verso un’unica convinzione.

Lo scenario a cui si assiste, è quello dove dei ricercatori autorevoli propongono versioni alternative, documentandone le motivazioni e invitando la gente a informarsi e a effettuare verifiche, mentre le istituzioni impongono in maniera autoritaria e dogmatica le loro versioni ufficiali.

Ma azzerando il tutto, e perchè l’obiettività, l’oggettività e soprattutto l’onestà intellettuale e la chiarezza, possano essere le fondamenta della nostra conoscenza, è sicuramente il caso di non dare credito cieco né alle versioni ufficiali, né alle teorie del complotto; solo verifiche dettate da informazione, pensiero critico e ragionamento logico, devono essere i cardini della nostra valutazione, per non rischiare di essere ingannati né dalle une, né dalle altre.

Ma per poter avvenire ciò, è indispensabile innanzitutto eliminare pregiudizi, giudizi emotivi, condizionati e stereotipati; successivamente è necessario avere a disposizione tutte le informazioni esistenti riguardanti determinati fatti, e solo in quel momento, quando è presente un quadro completo, si effettuano dei ragionamenti logici, mirati e consapevoli.

Viviamo in un Mondo, dove, purtroppo, la verità va spesso ricercata, e l’unico modo per poterlo fare è semplicemente darsi l’opportunità di farlo, perchè come esseri umani viventi, abbiamo il diritto di capire e di sapere, diritto che attualmente è negato.

E quando pensiamo che sono proprio i parenti delle vittime di certi fatti accaduti, che magari anche da decenni stanno aspettando risposte alle loro domande, per capire, e perchè sia fatta giustizia, e queste risposte non arrivano, deve esserci un grande rispetto, verso chi si batte per ottenerle.

A chiunque sarebbe potuto capitare di trovarsi all’interno del World Trade Center o sul ponte Morandi, nel momento dei crolli, e se per ottenere giustizia occorre intraprendere delle battaglie, opponendosi alle Istituzioni; attenzione a volerlo fare, un giorno che dovesse rendersi necessario, perchè si potrebbe subito essere “classificati” come “complottisti”, con tutto ciò che ne consegue.

Prima le soluzioni, poi i problemi

Quando chi detiene il potere, vuole applicare una misura molto svantaggiosa per il popolo, o addirittura entrare o dare inizio a un conflitto armato, e non c’è il tempo per applicare lo stratagemma delle rane bollite, viene messo in pratica un meccanismo davvero perverso.

Ciò che vogliono ottenere viene trasformato agli occhi della popolazione come la soluzione a un problema, che in realtà non esiste, ma che loro stessi causano.

L’esempio più eclatante, di quando nella storia recente è stato messo in pratica questo meccanismo, è l’11 Settembre.

Gli americani volevano a tutti i costi e in maniera veloce, dichiarare guerra all’Afghanistan e all’Iraq, per vari motivi di interessi personali, per loro più importanti della vita di migliaia di persone.

Se lo avessero fatto di loro iniziativa, senza una motivazione precisa, la cosa non sarebbe mai stata accettata dall’opinione pubblica, così serviva una scusa, un fatto importante, che a seguito di una profonda reazione popolare, legittimasse, il conflitto.

Infatti, dopo l’11 Settembre, chiunque nel Mondo era d’accordo sul fatto che l’America entrasse in guerra contro l’Iraq e l’Afghanistan, quest’ultima ritenuta responsabile degli attacchi. Il meccanismo attraverso il quale, viene messa in pratica tale manipolazione è il seguente:

Soluzione → Problema → Reazione → Soluzione

Questo meccanismo è stato messo in pratica infinite volte e viene messo in pratica tutt’ora, e ha sempre funzionato; non occorre elencare e spiegare altre situazioni storiche, del passato o del presente, dove possiamo riscontrare tale espediente, perché una volta consapevolizzato il meccanismo, lo si riconosce a batter di ciglio.

Tanto per fare un esempio, in merito al discorso della “classificazione”, possiamo notare come non esista un termine specifico, per definire e appunto classificare questo meccanismo, ma volendo anche gli altri, di modo che rimangano occulti, e anche complicati da spiegare, così che anche quando qualcuno possa cimentarsi nel farlo, incontri delle difficoltà e palesino una parvenza di improbabilità e di poca credibilità.

Ma per chi ormai “mastica” questi argomenti da tempo, non è un segreto che ogni meccanismo per la manipolazione sociale sia studiato nei minimi dettagli.

Ed è per questo che attraverso la “disinformazione”, sono più di 2000 anni che certi meccanismi funzionano alla perfezione e che combatterli con l’informazione, risulta abbastanza complicato. (In merito alle vicende dell’11 Settembre, si consiglia vivamente di visionare il film-documento “11 Settembre, la nuova Pearl Harbor”, realizzato da Massimo Mazzucco, dove viene incontestabilmente dimostrato, e non semplicemente ipotizzato, che la versione ufficiale fornita dagli enti governativi americani, non sta in piedi e sfida le leggi della fisica e della comune intelligenza.)

La manipolazione del linguaggio

Esistono varie tipologie di manipolazione del linguaggio, ma fondamentalmente quelle a cui assistiamo più spesso sono due:

1 – Creare degli stereotipi, che permettano che la massa utilizzi, nel linguaggio comune, dei termini, attribuendo a questi, significati diversi da quelli reali riportati nei Dizionari.

Esempio: differenza letterale ed etimologica tra i significati di “tradimento” e trasgressione”.

Definizione di “tradire”:

Deriva dal latino “tradĕre” che significa “consegnare”, viene inteso come “consegnare ai nemici”.

“L’uso assoluto letterale del verbo “tradĕre” è presente nel passo del Vangelo di Luca 22 – 48, che parla della consegna di Gesù da parte di Giuda.”

Ha quindi un’origine biblica e un significato ben preciso, eppure viene interpretato diversamente:

“Venire meno ai propri doveri più sacri, mancando alla fede debita o data, a impegni presi solennemente, alla fiducia che altri hanno in noi.”

Per questo spesso sentiamo dire: “Hai tradito la mia fiducia”.

Se io sono fidanzato o sposato e faccio del sesso con un’altra donna, questo è considerato “tradimento”, ma a tutti gli effetti non consegno nessuno a nessun nemico, ho solo compiuto un atto puramente fisico e mentale, che non ha niente a che vedere con l’Amore, che è prettamente e unicamente spirituale, concetti che sono quasi sempre confusi e che portano molto spesso a conflitti passionali.

Allora, visto che il tradimento così inteso, non è una condizione spirituale, bensì una vera e propria regola stabilita e imposta per chiudere le menti, confondendo i concetti reali di Amore e sesso, ovvero mentalità, fisicità e spiritualità, come fossero la stessa cosa, è più corretto parlare di un qualcosa, che ha come significato il “non rispetto” di determinate regole, più o meno imposte, ovvero: “trasgressione”.

Definizione di “trasgredire”:

“Disobbedire, contravvenire, oltrepassare i limiti imposti da una norma, da un regolamento, ecc.; non rispettare, violare.”

Deriva dal latino “trans-grĕdi” che vuol dire “andare oltre”, composto da:

“trans” → “al di là, attraverso”;

prefisso che indica passaggio oltre un termine, attraversamento, mutamento da una condizione a un’altra, e dal suffisso:

“gradi” → “andare, camminare”.
Il prefisso, in termini di linguaggio comune è sostituito sempre nell’uso moderno da “tras”, come appunto:

trans-gredire → tras-gredire;
trans-portare → tras-portare;
trans-formare → tras-formare, ecc.;

ma nel linguaggio dotto e in particolare quando al prefisso segue un suffisso che inizia con una vocale è mantenuta la forma originaria:

trans-atlantico → grande imbarcazione che “attraversa” un mare o un oceano.

2 – Utilizzare il linguaggio come “specchio”, ovvero, come a volte si suol dire “ribaltare la frittata”.

Mentre la manipolazione n.1 si ottiene con il normale passaggio dei retaggi da una generazione all’altra, e presenta una non conoscenza da parte della massa e l’utilizzo scorretto della lingua italiana, cosa che pone in una situazione di inferiorità, con quella n.2, la cosa è messa in pratica all’occorrenza e rinnovata costantemente, e il suo vero scopo, il risultato che si ottiene è quello di ribaltare totalmente una situazione a sfavore, facendola diventare a favore.

Questo stratagemma, utilizza anche e soprattutto, frasi “strappa applausi”, e permette a chi è accusato di un qualcosa di divenire accusatore di quello stesso qualcosa.

Questo è ciò che avviene costantemente nei “talk show”; con una mente aperta lo possiamo notare benissimo.

In pratica, avviene quando qualcuno in buona fede, denuncia, per esempio, l’operato malsano di una istituzione.

Gli verrà messo a confronto un interlocutore, pagato proprio per svolgere tale compito e quindi sempre in mala fede, che riuscirà a ribaltare la situazione, accusando quella persona, delle stesse cose che denuncia e facendolo passare agli occhi della gente come colui che è in mala fede, mentre colui che lo è realmente, viene visto come il ”salvatore”, ovvero, colui che ha evitato alla gente di essere ingannata e quindi in buona fede.

Tutto questo avviene a sua volta attraverso il vero inganno, una semplice manipolazione del linguaggio.

Per meglio comprendere facciamo un esempio raccontando, senza fare nomi, una situazione realmente accaduta, che terremo presente, anche quando più avanti parleremo di “manipolazione mediatica”, perché la manipolazione del linguaggio e quella mediatica, sono molto strettamente collegate:

– In una trasmissione televisiva, è stato invitato un noto biblista, per parlare dei suoi studi e dei suoi libri.

L’argomento trattato, era come le antiche scritture, lette nella loro lingua originale, mostrassero significati totalmente diversi, rispetto alle traduzioni teologiche.

Era solo questo ciò che era messo in discussione, non l’esistenza di un Dio.

L’interlocutore scelto, con la complicità della conduttrice, facevano in modo, che il biblista non riuscisse a completare una sola risposta alle loro domande, perché continuamente da loro interrotto, ponendo altre domande a cui non arrivava a rispondere, perché sempre interrotto da altre domande e così via, creando così un circolo vizioso che ha impedito al biblista, di riuscire a esporre in maniera esaustiva il proprio pensiero.

Alla fine, proprio alla conclusione del programma e senza possibilità di replica, l’interlocutore, se ne esce con una frase, la sopracitata “frase strappa applausi” che recitava: “E’ proprio vero che quando si smette di credere in Dio, si inizia a credere in qualsiasi cosa”. –

Ci dovremmo chiedere a cosa serve invitare un esperto di un settore, qualsiasi esso sia, per poi non farlo parlare, e imporre la propria versione dell’argomento, che non è altro che continuare a confermare la versione ufficiale di quella istituzione che esiste da sempre e che non deve essere nemmeno sfiorata.

Il tutto sempre tenendo presente che nessuno, tanto meno il biblista invitato alla trasmissione, ha mai messo in dubbio l’esistenza di un Dio.

E se fosse l’esatto contrario?

Se il centro del discorso fosse proprio che: “Smettendo di credere in Dio si iniziano a vedere anche altre cose”?

Il fatto è che quando si parla di istituzioni, niente e nessuno deve permettersi di mettere in discussione anche una sola virgola di ciò che sono e di ciò che trasmettono alla gente, perché se ciò avvenisse, la gente inizierebbe a “pensare”, ed è proprio ciò che non vogliono che accada, perché, essendo il tutto molto fittizio e aleatorio, crollerebbe quello che è solo un castello di carte, qualcosa di molto fragile, che sarebbe semplice da far crollare e che quindi, presenta la necessità di essere sempre protetto, sostenuto e continuamente confermato, riconfermato e inculcato, cosa che non accadrebbe, se fosse fondato su criteri saldi, trasparenti e veritieri.

E’ la caratteristica di tutto ciò che ha un “ego”, qualcosa di instabile che necessita di continue conferme, per continuare a esistere.

Risultato: il biblista, senza offendere nessuno, voleva portare alla luce i suoi studi, che però avrebbero compromesso la credibilità delle istituzioni religiose; ciò è stato impedito, almeno in quella situazione, attraverso una manipolazione del linguaggio, che ha visto come protagonista, un ostruzionismo nei confronti del biblista e una frase a effetto finale, tra l’altro molto “filosofica”, che come ben sappiamo, rispetto a tutto ciò che non è stato possibile sentire, sarà l’unico concetto, rimasto nella mente delle persone, dopo tutto il dibattito, anche se dibattito non c’è stato, e siccome il tutto è accaduto in televisione diventa legge.

Quindi, il biblista è stato posto agli occhi della gente come qualcuno in mala fede, mentre i “difensori delle istituzioni”, si sono posti, o per meglio dire “imposti”, come coloro che sono sempre e comunque in buona fede e dalla parte della gente.

Abbiamo visto degli esempi molto chiari, di come spesso e volentieri, a causa delle regole non scritte della società, la lingua italiana non viene usata correttamente, e i malintesi, gli equivoci e i conflitti derivanti, sono all’ordine del giorno, e di come anche usandola correttamente, attraverso interpretazioni, sia personali che istituzionali, si possa riuscire a provocare gli stessi risultati.

Le interpretazioni però, sono esclusive della “filosofia”, che non è una “variante” della grammatica italiana, eppure, a livello di conoscenza, sono sempre considerati entrambi i significati.

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